Fosso Acquaviva

Una premessa è d'obbligo prima della descrizione di questa affascinante escursione. Dal punto di vista geomorfologico i Lepini sono caratterizzati dal carsismo, come peraltro è dimostrato dallo scarso sviluppo del reticolo idrografico e dall'esistenza di numerose grotte e cavità. Eppure su Monte Palombara, è stata scoperta una nuova “Forra”, che offre agli esperti di “canyoning” o “torrentisti”, una discesa discretamente lunga, circa 1.300 metri, facile ma non banale, che termina sul fondovalle con marmitte di erosione di tutte le grandezze e in vari stadi di conservazione. Alla forra gli è stato attribuito il nome di “Fosso Acquaviva” dal toponimo locale Sorgente Acquaviva. Il fosso si apre in un ambiente integro e di grande impressione paesaggistica. Alla prima parte, semplice e divertente, segue un secondo tratto più impegnativo durante il quale si incontrano marmitte allagate e discreti dislivelli, sulla parete rocciosa è ben evidente la stratificazione delle rocce calcaree che costituiscono questo tratto della forra, si alternano tratti di facile camminata su un terreno erboso-detritico, a tratti di disarrampicata, il tutto costellato da una natura meravigliosa ed inviolata con i suoi profumi e colori.

Il primo salto con scivolo che si incontra, dopo circa cinquecento metri di bosco aperto, misura circa 20 metri. Si prosegue e dopo una miriade di sali e scendi, intervallati da calate in corda doppia, eseguite in puro stile alpinistico, si arriva alla sommità del suggestivo salto finale di circa 13 metri, come verticalità il più alto dell'itinerario. Il percorso prosegue senza altre difficoltà fino alla “Sorgente Acquaviva”, punto in cui si consiglia di uscire dall’alveo del torrente e terminare la discesa, stante la rigogliosa vegetazione che in questo periodo dell’anno ricopre il fosso a valle.